venerdì 30 maggio 2008

Scienze: illuminare con una bottiglia



Illuminare con una bottiglia di cloro e acqua
Autore: scienzetv
Data di creazione 28/05/2008 - 11:46

RIO DE JANEIRO, Brasile -- Illuminare senza elettricità o batterie. Impossibile? A sentire un inventore brasiliano sembra proprio di no. L'uomo sostiene di aver trovato il modo per sostituire l'illuminazione domestica con bottiglie riempite di un liquido luminescente: una miscela di cloro e acqua, che, se esposta al Sole, si accende come una lampadina.
La crisi energetica mondiale è un problema all'ordine del giorno. Sarà stata la carenza di energia a stimolare l'ingegno del brasiliano? Senza dubbio l'invenzione è degna di nota: la ricetta per l'illuminazione è un miscuglio imbottigliato. Per l'esattezza si tratta del cloro e acqua.Basta prendere una comune bottiglia di acqua minerale e riempirla di acqua e Cloro, un detergente-disinfettante a base di Cloro, come dice il nome stesso. A quel punto si deve esporre la bottiglia al Sole, cosa che dovrebbe innescare una reazione fotochimica in grado di rendere la sostanza molto luminescente. Così luminescente da illuminare persino un locale buio. L'inventore sostiene che la luce prodotta sarebbe la stessa di una lampadina di media potenza (pari a 60 watt).Il tutto è provato da un video che impazza in Rete, dove l'esperimento viene mostrato nei minimi dettagli. Il filmato si conclude con l'uomo brasiliano che appende soddisfatto le sue bottiglie luminose sul soffitto e spegne le lampadine elettriche. L'invenzione lascia a bocca a aperta. Tuttavia c'è da dire che non è la prima volta che sentiamo parlare di liquidi luminescenti. Basti pensare alle collanine e ai braccialetti di plastica che s'illuminano al buio. La miscela acqua-cloro potrebbe funzionare nello stesso modo: una volta esposta al Sole si carica di energia, che poi viene restituita sotto forma di radiazione luminosa.Nonostante ciò, prima di valutare la praticità dell'invenzione nella vita di tutti i giorni, è necessario esaminare quanto tempo dura l'emissione di luce e quanto costa il cloro nella quantità utilizzata per ogni bottiglia. Senza dimenticare i problemi ambientali, causati dallo smaltimento della bottiglia.

Valentina Corti

Photocourtesy of www.liveleak.com

Fonte:http://www.scienze.tv/node/3953

giovedì 29 maggio 2008

Allarme: bolla di metano negli oceani



Allarme: bolla di metano negli oceani
Autore: scienzetv
Data di creazione 29/05/2008 - 11:41





SACRAMENTO, California -- Il clima del nostro pianeta potrebbe essere molto più in pericolo di quel che si pensa. A far temere il peggio, secondo un gruppo di ricercatori della University of California (Usa), non sarebbe tanto l’aumento dell’anidride carbonica a far aumentare la temperatura terrestre, bensì il rilascio di grandi quantità di metano che si trova negli oceani.
Il metano ha un potere di trattenere il calore che è molto superiore a quello dell’anidride carbonica e quindi anche poche quantità rilasciate nell’aria avrebbero ricadute importanti dal punto di vista climatico. L’allarme è stato dato dopo aver scoperto che un aumento importante di metano nell’atmosfera si è già verificato circa 635 milioni di anni fa, quando la Terra era pressoché totalmente interessata da una grande glaciazione e in seguito al fenomeno nell’arco di poche decine di migliaia di anni si riscaldò enormemente.
Il metano di cui parla la ricerca è quello conservato su molti fondali degli oceani in uno stato solido, ghiacciato insieme all’acqua, grazie alle basse temperature che vi sono sui fondali e alle enormi pressioni.Il metano ghiacciato, noto anche come caltrato, può iniziare a separarsi dall’acqua ghiacciata se si ha anche un piccolo aumento della temperatura marina e il suo rilascio innesca un reazione a catena che porta tutti i depositi di tale sostanza a rilasciarsi in oceano. Poiché a quel punto il metano diventa gassoso esso sale verso la superficie del mare ed entra nell’atmosfera.
Martin Kennedy ha scoperto, studiando alcuni sedimenti in prossimità delle coste dell’Australia, che un simile fenomeno si è già verificato in un lontano periodo della storia della Terra, trasformando profondamente il clima dell’interno pianeta. “Stando alle indicazioni che abbiamo ottenuto, le condizioni che oggi hanno raggiunto gli oceani è molto vicina a quella che vi era quando si verificò l’aumento della temperatura terrestre in modo rapido e sostanzioso in seguito all’aumento del metano al suo interno. Oggi tuttavia, date le grandi quantità di caltrati presenti negli oceani, il rilascio potrebbe essere alquanto veloce. Se esso dovesse sfuggire completamente dai fondali oceanici in un secolo la temperatura del pianeta aumenterebbe anche di 10 gradi”, ha raccontato l’autore della ricerca pubblicata su Nature.
Quindi un aumento assai superiore rispetto al quadro peggiore dell’aumento dell’anidride carbonica, che prevede una crescita massima di 6 gradi centigradi entro il 2100. C’è qualcosa che si può fare per evitare l’innescarsi del fenomeno? La risposta è semplice e sentita in molte altre occasioni. “E’ assolutamente necessario - afferma Kennedy - rallentare l’aumento della temperatura terrestre".

Luigi Bignami
Fonte:http://www.scienze.tv/node/3962

mercoledì 28 maggio 2008

Phoenix: inviati i primi dati meteo da Marte


Phoenix: inviati i primi dati meteo da Marte
Autore: scienzetv
Data di creazione 28/05/2008 - 12:57



PASADENA, Usa -- Phoneix ha trasmesso le prime preziose informazioni sul clima di Marte. Grazie alla stazione meteo installata sulla sonda, i ricercatori della Nasa hanno potuto avere i dati meteorologici del Pianeta rosso: la temperatura minima è di 80 gradi centigradi sottozero e la massima di 30 gradi sottozero.
Tutte informazioni importanti. Ma non si può certo dire che la missione del gioiellino dell'agenzia spaziale americana stia andando avanti senza problemi. Infatti finora gli esperti della Nasa hanno dovuto fronteggiare vari ostacoli: tra questi il malfunzionamento della sonda Mar Reconnaissance Orbiter in orbita marziana."La sonda ha avuto un problema nelle ultime ore ai sistemi di comunicazione – spiega Fuk Li, manager del Mars Exploration Program qui al Jet propulsion laboratory – probabilmente dovuti a qualche particella cosmica, radiazioni di notevole energia che viaggiano nello spazio e che sono in grado di creare problemi all’elettronica". Così quando ieri mattina i tecnici hanno trasmesso al braccio robotizzato di Phoenix l'ordine di muoversi, non è successo nulla. Questo per i problemi di Mar Reconnaissance Orbiter, che fa da ponte radio con la Terra.Il disguido ha provocato il rinvio dell'operazione a questa mattina, utilizzando però l'altra sonda della Nasa: Odissey, anch'essa in orbita attorno al pianeta. E se neanche quest'ultima dovesse funzionare al meglio, gli studiosi potranno sempre ricorrere alla terza sonda orbitante attorno a Marte: MarsExpress dell’Esa (l'Agenzia spaziale europea). Nonostante gli intoppi la missione ha dato i suoi primi frutti: i dati meteo della stazione installata su Phoenix, che ha rivelato che al Polo Nord di Marte la temperatura minima è di 80 gradi centigradi sottozero, mentre quella massima è di 30 gradi sottozero. Il vento invece, nella zona della Vastitas Borealis, soffia ad una velocità di 20 chilometri orari e la pressione è di soli 8,5 millibars.Nel frattempo è entrata in azione anche la camera stereoscopica, che ha effettuato una panoramica del paesaggio circostante. La sonda si trova nella regione della Vastitas Borealis. L'immagine sarà ultimata oggi e inviata al Jet propulsion laboratory della Nasa.
Valentina Corti
Photocourtesy of www.nasa.gov

lunedì 26 maggio 2008

La sonda Phoenix è atterrata su Marte







La sonda Phoenix è atterrata su Marte
Autore: scienzetv
Data di creazione 26/05/2008 - 09:55


WASHINGTON, Usa -- Era l’una e 53 minuti di questa notte quando un segnale da Marte diceva che la sonda della Nasa Phoenix era atterrata sul Pianeta Rosso, esattamente nell’area prevista: la regione è nota come Vastitatis Borealis. Dopo pochi minuti ecco le attese immagini. I tecnici della Nasa hanno ricevuto la conferma dell’avvenuto atterraggio circa 15 minuti dopo che esso si era realmente verificato.
La prima foto esclusiva è puntata sui pannelli solari e mostra che si sono aperti regolarmente, sono puliti e riflettono la luce del Sole. La seconda è puntata su un piede della sonda, la sua posizione dimostra che Phoenix è adagiata sulla superficie del pianeta in modo corretto.Infine ecco il paesaggio tutt’attorno. Una distesa infinita di piccoli crateri e avvallamenti. Non vi sono massi significativi nell’area delle prime immagini, ma solo ciottoli non più grandi di qualche decina di centimetri.Gli esperti dell'agenzia spaziale americana hanno avuto la conferma che la sonda era approdata su Marte circa 15 minuti dopo l'effettivo atterraggio, in quanto questo è il tempo necessario ad un segnale radio per percorrere alla velocità della luce la distanza che vi è attualmente tra Marte e la Terra. Phoenix è atterrata sul Pianeta Rosso nella regione nota come Vastitatis Borealis, a circa 70 gradi di latitudine nord, molto vicino al Polo Nord quindi.Tra le persone che vi erano al Jet Propulsion Laboratory della Nasa, dove si segue la missione vi era anche l’Amministratore dell’Ente Spaziale Americano, Michael Griffin, il quale ha detto: “E’ la prima volta dopo 32 anni e solo la terza nella storia dell’esplorazione spaziale, che una sonda della Nasa è scesa per mezzo di un atterraggio dolce (senza cioè l’uso di air bag, sistema utilizzato per far atterrare i rover negli anni scorsi). Non posso essere più felice di così in quanto testimone di questo incredibile evento”. Ma c’è ancora un altro momento che è atteso con grande apprensione: la distensione del braccio robotizzato lungo circa due metri e mezzo che avrà il compito di campionare il suolo marziano per essere analizzato all’interno di un piccolo, ma sofisticato laboratorio presente a bordo di Phoenix. Il tutto dovrebbe avvenire entro i prossimi due giorni.Si cercherà la presenza di ghiaccio, fondamentale per la presenza della vita (già individuato da alcune sonde in orbita attorno al pianeta) e se questo dovesse esserci, le testimonianze passate o presenti di condizioni adatte alla vita, come la presenza di molecole di carbonio e idrogeno.Ma a Phoenix è richiesto anche lo studio dell’atmosfera, con dettagli ma rilevati da missioni precedenti. Un raggio laser iniziato nell’atmosfera e riflesso dalle particelle che la compone racconterà la reale composizione e presenza del pulviscolo atmosferico. La missione durerà almeno tre mesi, ma potrebbe essere prolungata nel tempo se gli strumenti di bordo dovessero continuare a funzionare regolarmente.

Luigi Bignami
Photocourtesy of www.nasa.gov

Fonte:http://www.scienze.tv/node/3929

domenica 25 maggio 2008

Ecco il primo motore di ricerca ecologico


Ecco il primo motore di ricerca ecologico
Autore: scienzetv
Data di creazione 15/04/2008 - 12:13
SYDENY, Australia -- E' possibile navigare aiutando la natura? Da oggi sì, grazie a Ecocho, il primo motore di ricerca ecologico. E' stato lanciato in Australia in 14 Paesi, tra cui l'Italia. Si tratta di un sito davvero rivoluzionario, che compensa le emissioni dannose per l'ambiente sponsorizzando fino a due alberi ogni mille ricerche effettuate dagli utenti su due famosi motori di ricerca.
Lo slogan del blog è "You search. We grow trees", vale a dire "Tu cerchi. Noi facciano crescere gli alberi". La ricerca avverrebbe su due celebri motori di ricerca americani, Yahoo! e Google, ma con la maschera dell'eco-sito australiano. Secondo gli esperti ciò non comporterà rallentamenti nella Rete."Solo in Australia vengono effettuate al mese circa 800 milioni di ricerche su internet - ha detto il fondatore di Ecocho, Tim Macdonald -. Se riuscissimo a catturare anche solo l’1 per cento del traffico, potremmo contribuire in modo significativo ad abbassare il pericoloso impatto di gas nocivi che vengono emessi ogni giorno"."Ecocho - ha precisato Macdonald - ha come obiettivo di reinvestire il 70 per cento del fatturato del proprio sito in crediti di emissioni di carbonio e, nel momento in cui il sito inizierà a prendere piede, inizieremo a supportare progetti simili correlati all’emissione di carbonio anche in altri stati e Paesi”.
Valentina Corti

Fonte:http://www.scienze.tv/node/3543

Bimbi, le favole della buona notte fanno bene



Pubblicato su Scienze.TV (http://www.scienze.tv/)
Bimbi, le favole della buona notte fanno bene
Autore: scienzetv
Data di creazione 14/05/2008 - 11:50

BOSTON, Usa -- Le favole della buona notte fanno bene ai bambini. Stimolano lo sviluppo mnemonico, linguistico e persino motorio dei piccoli. Ne sono convinti gli studiosi guidati da Barry Zuckerman, del dipartimento di pediatria della Boston University. Secondo gli esperti i bimbi si devono avvicinare ai libri nella primissima infanzia.
"Il mio obiettivo consiste nel lavorare affinché l'importanza del leggere le favole ai bambini diventi parte della pratica pediatrica così come lo è informare i genitori in merito alle vaccinazion", aveva detto qualche anno fa Zuckerman. Secondo gli studiosi le storielle serali, possibilmente illustrate, andrebbero lette a voce alta e interagendo coi bambini, offrendo così stimoli sensoriali visivi, uditivi, tattili e cinetici.Ma affinchè vengano stimolate le capacità mnemoniche, linguistiche e motore l'incontro con i libri deve avvenire in età precoce, come si legge nell'articolo dedicato allo studio americano pubblicato sul giornale Archives of Disease in Childhood.In pratica i bambini imparerebbero a conoscere e amare il libro poichè lo hanno condiviso con le persone che amavano e che li amava. In questo modo, secondo gli esperti, i libri diventano non solo strumenti di conoscenza, ma anche mezzi di evocazione di esperienze emotive e affettive
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Valentina Corti
Photocourtesy of www.psicologiaedintorni.com

sabato 24 maggio 2008

La sonda Phoenix in arrivo su Marte



Pubblicato su Scienze.TV (http://www.scienze.tv/)
La sonda Phoenix in arrivo su Marte
Autore: scienzetv
Data di creazione 13/05/2008 - 12:19
CAPE CANAVERAL, Usa -- Mancano ormai pochi giorni all’"ammaraggio" della sonda Phoenix (fenice) che venne lanciata nell’agosto del 2007 da Cape Canaveral. Phoenix sbarcherà in prossimità della calotta del Polo Nord di Marte il 25 maggio dopo circa dieci mesi di viaggio. Tutto sta procendendo come previsto e tutto lascia prevedere un atterraggio perfetto.
La sonda non scenderà circondata da grossi cuscini come hanno fatto le ultime sonde giunte sul pianeta rosso, ma utilizzerà dei retrorazzi che la faranno adagiare lentamente in un punto già prefissato. Ma se si vuole arrivare in un punto preciso, come è richiesto per Phoenix, allora gli air bags non vanno bene perché all’arrivo l’involucro rimbalza e si sposta per lunghi tratti di superficie.Phoenix è dotato di un laboratorio che analizzerà dei campioni di suolo prelevati da una pala meccanica lunga poco meno di due metri e mezzo e capace di scavare fino a 90 centimetri di profondità. Essa è stata adeguatamente sterilizzata prima di partire per non portare microrganismi su Marte. Gli strumenti della Phoenix sono progettati per studiare i cambiamenti dell'artico marziano.La regione dove atterrerà Phoenix è troppo fredda per permettere all'acqua di esistere in forma liquida ma ad intervalli di decine di migliaia di anni, per via delle periodiche modificazioni dell'orbita di Marte, la regione diventa abbastanza calda per fondere l'acqua e in queste condizioni se la vita esiste dovrebbe svilupparsi. La missione vuole verificare l'esistenza o meno della vita su Marte. I campioni saranno riscaldati fino alla temperatura di mille gradi e i gas che ne usciranno verranno analizzati chimicamente per scoprirne i componenti.Il primo obiettivo è quello di vedere se a quella profondità è presente il ghiaccio d’acqua la cui presenza è stata rilevata dalla sonda Odissey e più in generale se esistono le condizioni favorevole alla presenza di forme di vita primitive.La sonda funzionerà dopo lo sbarco grazie a due pannelli di celle solari a forma di disco. Phoenix, pesante 350 chilogrammi, fa parte del Mars Scout Program mirato allo sviluppo di idee innovative per l’esplorazione del vicino pianeta. La missione ha un costo totale di 420 milioni di dollari.La Planetary Society ha composto un dvd che è stato agganciato sul lander, contenente una collezione multimediale di letteratura e di arte che riguarda il pianeta rosso chiamata Visions from Mars. Tra le opere sono stati inclusi il testo de La Guerra dei Mondi di H.G. Wells. Sono anche presenti dei messaggi destinati ai futuri visitatori marziani, tra cui quelli scritti da Carl Sagan e Arthur Clarke.La Planetary Society ha anche raccolto circa 250mila nomi inviati attraverso internet che sono stati posti all’interno dello stesso dvd. Esso è costituito di un particolare materiale che è stato pensato per resistere alle condizioni climatiche di Marte, in modo da conservare per centinaia (e forse migliaia) di anni i dati.Con questa missione la Nasa continua l’esplorazione del Pianeta Rosso sul quale, nonostante le tempeste di sabbia che imperversano, sono ancora in attività le due rover robotizzate Spirit e Opportunity. E in orbita ruotano Mars Reconaissance Orbiter e Odissey della Nasa più la sonda Mars Express dell’Esa europea.

Luigi Bignami

Photo courtesy of www.nasa.gov

venerdì 23 maggio 2008

Delitti archeologici

ARCHEOLOGIA. UNA NOBILDONNA TURKMENA UCCISA CON UN COLPO D’ACCETTA IN FRONTE Studioso italiano svela delitto di 4mila anni fa.
Sepolta con un ricchissimo corredo funebre. Ha guardato negli occhi il suo assassino

Scavando nella cittadella fortificata di un'oasi nel deserto del Karakum, in Turkmenistan, l'archeologo italiano Gabriele Rossi Osmida si è imbattuto in un inquietante delitto perpetrato quattro millenni fa: nella necropoli di una cultura di antichi carovanieri è emersa una eccezionale sepoltura dotata di un ricco corredo funebre, dedicata ad una dama di alto lignaggio di circa 40 anni, che era stata assassinata con un colpo d'ascia infertole nel centro della fronte. Sono intriganti i dettagli di questo misterioso omicidio, emersi dallo studio paleo-patologico del corpo della donna, che sicuramente fu seppellito con tutti gli onori non oltre le 48 ore dal decesso, ancora irrigidito nel rigor mortis, e rimasto in tutti questi millenni nella medesima posizione in cui la morte l'aveva immobilizzato: inginocchiata, con un braccio a coprire gli occhi. Ma quella signora vide sicuramente in faccia il suo assassino, poiché la ferita dell'ascia sulla sua fronte è centrale. A complicare il mistero di questo «giallo» di 4000 anni fa sono i segni dell'alto rango sociale presenti nel corredo funebre della signora uccisa: c'è anche il suo sigillo in bronzo, indizio certo del potere amministrativo che veniva affidato alle donne di quell'antica cultura di mercanti carovanieri del deserto. «Con ogni verosimiglianza - commenta Rossi Osmida - gli uomini morivano per la maggior parte lontano dall'oasi, durante i viaggi commerciali sulle vie del deserto e impegnati nelle missioni carovaniere». Pertanto, la continuità del potere amministrativo doveva restare affidata alle donne, che rimanevano nella capitale: è nelle loro tombe che sono infatti presenti i sigilli in bronzo che servivano a marchiare le mercanzie. A poco servirono dunque le mura ciclopiche rivelate dallo scavo, organizzato dal Centro Studi Ricerche Ligabue con il contributo del Ministero degli Affari Esteri, e diretto dall'archeologo italiano: la poderosa fortificazione, in mattoni crudi, poggiava su strutture ancora più antiche, forse accampamenti. L'incendio della fine del 3 millennio a.C. provocò crolli consistenti, ma comunque ha permesso oggi agli archeologi di rintracciare e recuperare le coperture dei tetti carbonizzate.
Il Giornale di Vicenza

martedì 20 maggio 2008

Ottava edizione del convegno di salute

www.terzaeta.com

NewsLetter 20 Maggio 2008

Salute di La Repubblica e Somediapresentano la VIII Edizione del Convegno
"Terza età. Un mondo da scoprire. Una risorsa da valorizzare"



Roma, Complesso Monumentale Borgo Santo Spirito in Sassia
22 e 23 maggio 2008 - ore 9.00


OTTAVA EDIZIONE DEL CONVEGNO DI SALUTE – LA REPUBBLICA
E SOMEDIA DEDICATO GLI ANZIANI


Si svolgerà il 22 e 23 maggio 2008 a Roma, al Complesso Monumentale Borgo Santo Spirito, l’ottava edizione di TERZA ETà – Un mondo da scoprire, una risorsa da valorizzare, il convegno annuale che Salute la Repubblica e Somedia dedicano ai grandi temi della salute e del benessere nell’età anziana.

Ai dibattiti, coordinati dal direttore di Salute-la Repubblica Guglielmo Pepe e introdotti dal direttore di Repubblica Ezio Mauro, parteciperanno relatori istituzionali di rilievo: da Gianni Alemanno, sindaco di Roma, a Piero Marrazzo, presidente Regione Lazio, da Livia Turco, ex-ministro della Salute al senatore Cesare Cursi, a Gian Mario Spacca, presidente Regione Marche.

In apertura delle due giornate il direttore del Censis Giuseppe Roma presenterà il VII Rapporto Censis/Salute-la Repubblica sulla condizione degli anziani in Italia. Tra i numerosi temi che verranno discussi: la politica sanitaria e assistenziale in Italia, i costi sociali della non autosufficienza, salute e spesa sanitaria nelle grandi e piccole città, prevenzione e cura delle patologie senili dall’osteoporosi alle malattie cardiovascolari, il rischio tumori nella terza età, cellule staminali e medicina rigenerativa, invecchiamento della pelle, la nutrizione nell’età anziana, la tele compagnia, l’efficacia terapeutica dello sport, della musica e della pet-therapy.

Interverranno tra gli altri: Adriana Albini, responsabile Ricerca Oncologica, IRCCS Multimedica, Milano; Enrico Alleva, direttore Reparto Neuroscienze Comportamentali, Istituto Superiore Sanità, Roma; Lorenzo Altomonte, direttore Reumatologia e Medicina 2, Ospedale S. Eugenio, Roma; Ada Amantea, responsabile Dermopatologia, Istituto Dermatologico San Gallicano, Roma; Vittorio Andreucci, direttore Nefrologia, Università Federico II, Napoli; Roberto Bernabei, direttore Dipartimento Scienze Gerontologiche, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma; Riccardo Cappato, responsabile Elettrofisiologia, Policlinico San Donato, Milano; Carlo Catalano, Istituto di Radiologia, Università degli Studi di Roma La Sapienza; Claudio Cavazza vice presidente Farmindustria Francesca Cirulli, ricercatrice Neuroscienze Comportamentali, Istituto Superiore Sanità, Roma; Cesare Cislaghi, docente Economia Sanitaria Università degli Studi di Milano e dirigente Agenas, Roma; Francesco Cognetti, direttore SC Oncologia Medica A, Istituto Nazionale Tumori Regina Elena, Roma; Arnaldo D’Amico, Salute-la Repubblica; Marco De Angelis, Facoltà di Scienze Motorie, Università degli Studi dell'Aquila; Luigi De Vittorio, vice presidente nazionale, Auser Eugenio Del Toma, nutrizionista, Roma; Alessandro Dotti, responsabile e-Health & Personal Services, Telecom Italia; Luisa Lopez, Fondazione Mariani/Eugenio Litta; Giovanni Minisola, Direttore Reumatologia, Ospedale S. Camillo, Roma; Carlomaurizio Montecucco, docente Reumatologia, Università di Pavia, Policlinico San Matteo - Presidente SIR -Società Italiana di Reumatologia; Elvira Naselli, Salute-la Repubblica; Carlo Alberto Redi, direttore scientifico IRCSS S. Matteo, Pavia; Manuela Stranges, demografa, Dipartimento Economia e Statistica Università della Calabria;Gianna Zamaro, coordinatore tecnico-scientifico Progetto Oms, Udine.

In chiusura della manifestazione il monologo semiserio sulla terza età di Riccardo Rossi.

L’ingresso è gratuito e aperto al pubblico

Adesioni e informazioni:
www.terzaeta.somedia.it
Ufficio Stampa: Marica Magni,
magni@somedia.it, tel. 02 70648.217 – 349 1634132








sabato 3 maggio 2008

Il Globo di Matelica


Il Globo di Matelica



www.duepassinelmistero.com




Intervista a Danilo Baldini, lo 'scopritore' di un enigmatico reperto conosciuto come 'Globo di Matelica', conservato nel Museo Archeologico della cittadina omonima,dove venne ritrovato. L'intervista non solo si rivela molto interessante ma ci fa ripercorrere, insieme a chi l'ha vissuta, le stesse emozioni, consentendoci di conoscere tanti retroscena ignoti. Un infinito ringraziamento al gentilissimo Danilo, autore anche delle immagini a corredo.
(intervista a cura di Marisa Uberti -
Avvertenze/Disclaimer
Domanda:Cerchiamo di far conoscere il reperto denominato da te 'Globo di Matelica' alle persone che non ne sanno ancora nulla. Anzitutto, quando inizia la storia e come è stato ritrovato il manufatto (circostanze, luogo, condizioni del terreno..)?Risposta: Spesso le scoperte importanti sono frutto del caso o di circostanze fortunate. Credo, invece, che il mio “incontro” con il Globo non sia stato casuale, nel senso che, probabilmente, era “scritto” da qualche parte che le nostre strade si dovessero incontrare, visto che non era per caso che mi trovassi nel punto giusto ed al momento giusto dove esso è stato poi riportato alla luce. Per spiegarmi meglio, è come se il Globo stesso abbia scelto di “rivelarsi” all’unica persona che, probabilmente, in quel momento storico ed in quel dato luogo, possedeva la curiosità, la sete di conoscenza, la caparbietà per poterne interpretare il significato e svelare così il mistero che celava. La storia inizia nell’estate del 1985 quando a Matelica (Macerata) iniziarono i lavori di ristrutturazione del Palazzo Pretorio, il più antico edificio della città, risalente al XIII° secolo. Il Palazzo è ubicato sulla piazza principale di Matelica, in prossimità del luogo ove, in epoca romana, doveva trovarsi il “foro”, cioè l’area più importante dal punto di vista politico-amministrativo della “Matilica” romana. Infatti, anni dopo, a seguito di altri scavi, si scoprì che il palazzo poggia sulle fondamenta di un edificio di epoca romana, con stanze ricoperte da bellissimi mosaici.Dato che a quel tempo ero un’attivista della locale sezione Archeoclub, uno dei miei compiti era proprio quello di “sorvegliare” gli scavi ed i lavori che venivano iniziati sul territorio comunale, in particolare nel centro storico. Siccome quella è una delle aree più importanti di Matelica dal punto di vista storico ed archeologico, è chiaro che non mi trovassi lì per caso, anche perché avevo dentro di me la convinzione che da quello scavo sarebbe potuto “saltar fuori” qualcosa di veramente interessante. Per questo, tutti i giorni e più volte al giorno, bazzicavo nei paraggi del cantiere. Naturalmente non mi facevano certo entrare, sia per questioni di sicurezza, ma soprattutto perché già allora ero molto “famoso” per essere un pericoloso “rompiscatole”, in quanto in passato avevo segnalato alla Soprintendenza numerosi ritrovamenti archeologici, bloccando di conseguenza i lavori alle Imprese… Un bel giorno, però, la porta del cantiere venne lasciata aperta, ed io da lontano notai appoggiato a terra un oggetto di forma sferica che attirò la mia curiosità così, per osservarlo più da vicino, violai il divieto di ingresso, ed entrai nel cantiere. D.:Come si presentava, alla vista, il reperto? R.:La mia iniziale curiosità si trasformò in stupore e meraviglia perché quella che da lontano poteva sembrare una palla di cannone o una semplice pietra ornamentale, in realtà presentava cerchi concentrici, linee, parole, lettere ecc…incisi sulla sua superficie. Ebbi subito la netta sensazione di trovarmi di fronte ad un reperto di straordinaria importanza, che “emanava” un fascino particolare: non avevo mai visto niente di paragonabile in vita mia ! Naturalmente non compresi subito che cosa rappresentasse quel reperto così strano e fuori dagli schemi. Mentre ero concentrato ad analizzare l’oggetto, arrivò un operaio, che, alterato, mi chiese come avevo fatto ad entrare, “invitandomi” ad uscire perché lì non potevo stare. Senza scompormi, domandai a mia volta all’operaio dove fosse stato trovato l’oggetto e lui mi rispose che l’avevano trovato nelle fondamenta del palazzo, ma che era “in partenza”, perché quel giorno stesso, l’ingegnere che dirigeva il cantiere, se lo sarebbe portato nella sua villa al mare… A quelle parole, crebbe dentro di me un impulso di ribellione nei confronti di quella gente che voleva appropriarsi indebitamente di un reperto che non gli apparteneva ! Ma se avessi reagito, sicuramente il Globo sarebbe stato fatto sparire e non sarei adesso qui a raccontarne la storia. Invece, non so come, ma seppi controllarmi, a tal punto che me ne andai fingendo di non essere minimamente interessato alle sorti di quel reperto. Appena uscito dal cantiere, però, mi precipitai dal Presidente dell’Archeoclub di Matelica, che era a pescare, ed a casa dell’Assessore alla Cultura della Città, che dormiva, per avvisarli dell’importante ritrovamento e del pericolo che il reperto fosse trafugato. Date le circostanze, feci molta fatica a convincere entrambi ad abbandonare le loro occupazioni e, soprattutto, dell’urgenza del loro intervento. Ma la mia caparbietà ebbe ancora una volta il sopravvento, ed insieme ritornammo al cantiere, dove per fortuna il Globo era stato lasciato al suo posto (pensate che figura da “matto” avrei fatto se l’operaio, per qualche motivo, avesse occultato il reperto!). Grazie all’intervento dell’Assessore alla Cultura (attuale Sindaco di Matelica) ed anche lui socio del locale Archeoclub, il reperto venne portato al sicuro in un deposito del locale Museo , dove è rimasto fino a due anni fa (ora è al Museo Civico Archeologico, sempre a Matelica). A questo punto inizia il periodo più bello ed entusiasmante: lo studio e l’interpretazione del reperto.



Per ulteriori approfondimenti collegati su www.duepassinelmistero.com